Tag: Genitorialità

  • Coppia e Lavoro: L’Unione porta al Successo

    Coppia e Lavoro: L’Unione porta al Successo

    Coppia e lavoro: Grazia e Giuseppe mostrano come unione, valori e famiglia possano trasformarsi in successo condiviso e futuro da costruire insieme.

    La foto di copertina è una gentile concessione di Grant Hairdresser e ritrae il team al completo: Grazia, Giuseppe, Sergio, Consuelo e Melina.
    Ho scelto di inserirla perché rappresenta al meglio ciò che scopriremo in questi due articoli-interviste: un percorso di coppia che non si è fermato a due persone, ma che si è trasformato in un progetto condiviso e in continua evoluzione.

    Nella prima parte della loro storia — “Coppia e Lavoro possono Crescere Insieme? Una testimonianza” — abbiamo visto come Grazia e Giuseppe abbiano scelto di intrecciare vita privata e professione, costruendo un’impresa solida e innovativa.

    In questa seconda parte entriamo più a fondo nei valori che li guidano: dal sostegno reciproco nei momenti difficili alla capacità di restare diversi e complementari, fino al ruolo della famiglia e ai sogni per il futuro.

    La loro testimonianza dimostra che coppia e lavoro possono crescere insieme non solo grazie all’organizzazione, ma soprattutto attraverso rispetto, ascolto e fiducia.

    Coppia e Lavoro: Superare i Momenti Difficili

    Quali sono stati i momenti più difficili da affrontare insieme e come li avete superati?

    Grazia: Grandi crisi non ce ne sono state, ma la fase più faticosa è arrivata con la nascita di Roby. Conciliare lavoro e famiglia era complicato.

    Giuseppe: Abbiamo speso un capitale…

    Grazia: Abitavamo fuori Milano e Roby passava troppe ore lontano da casa. Lo portavamo al nido vicino al salone, che costava moltissimo. Per aiutarci avevamo preso anche un appartamento in affitto con una ragazza che lo teneva fino a sera. Ricordo le sere: lui addormentato in macchina con una focaccina in mano, e noi sfiniti dopo una giornata interminabile.

    Giuseppe: E spesso Grazia era via per corsi e riunioni: il lunedì e la domenica non c’era mai.

    Grazia: Sì, è stato pesante. Fare L’Oréal Ambassador era un’opportunità enorme, ma volevo anche essere madre. Se ce l’ho fatta è perché Giuseppe c’era sempre. Roby non può dire di non aver avuto almeno un genitore presente.

    Giuseppe: Abbiamo anche provato a coinvolgerlo nel nostro lavoro, ma ci ha detto subito di lasciar perdere. Oggi è programmatore.

    Grazia: Come abbiamo superato tutto? Con l’intesa e l’amore. Quando il sentimento è forte, i momenti difficili non ti spezzano: ti rafforzano.

    Diversi ma Complementari

    In cosa siete diversi e come queste differenze sono diventate una risorsa per il vostro lavoro di coppia?

    Grazia: Siamo diversi, ed è il nostro punto di forza. Io sono la parte pratica, lui la mente organizzativa. Se fossimo entrambi hairstylist, avremmo rischiato di competere. Invece, con ruoli differenti, ci completiamo.

    Abbiamo anche una regola semplice: chiudiamo la claire e a casa si parla d’altro. Così la mente respira e il giorno dopo si riparte con energia nuova.

    Giuseppe: È vero, siamo completamente diversi, e si vede subito. Ma abbiamo una fortuna: sappiamo ascoltarci. A volte lei va di pancia e io la faccio riflettere; altre volte succede il contrario. Quando mi arrabbio, è Grazia a riportarmi coi piedi per terra.

    Essere diversi ma capaci di ascoltarci è diventata la nostra forza, e questo ci permette di dire che coppia e lavoro possono davvero completarsi a vicenda.

    Grazia e Giuseppe nel loro salone Grant Hairdresser: un esempio di come coppia e lavoro possano unirsi e portare al successo.
    Grazia e Giuseppe nel loro salone: l’unione tra vita privata e professione diventa motore di innovazione e continuità.

    Rispetto e Ambizione: i Pilastri del Cammino

    Quali valori e quale sostegno reciproco vi hanno permesso di crescere come coppia e come professionisti?

    Grazia: Avere Giuseppe al mio fianco è stato, ed è tuttora, il perno del mio modo di essere. Lui è sempre il primo a credere in me: quando mi sento stanca o insoddisfatta, mi ricorda chi sono e mi dà la forza di andare avanti. Senza il suo sostegno non avrei avuto la stessa spinta.

    Giuseppe: Anche nelle scelte più pratiche, come l’assunzione del personale, i nostri approcci sono diversi. Grazia decide d’istinto, io cerco di mediare e portare equilibrio. Credo che questo sia il vero valore di una coppia che lavora insieme: compensarsi.

    Per esempio, quando scegliamo i collaboratori, la tecnica è importante, ma prima di tutto guardiamo la persona: educazione, gentilezza, capacità di stare con gli altri. Questo non si insegna, lo insegni la vita.

    Poi c’è l’ambizione. Grazia è ambiziosa come una ragazzina. Sergio Castiglia, il nostro socio più giovane, ha la stessa energia. È questo valore che tiene vivo il salone e ci porta sempre a puntare più in alto.

    Grazia: Come coppia, invece, il valore più grande è il rispetto reciproco. Senza rispetto non si costruisce nulla.

    Giuseppe: Esatto. Non sempre condivido le sue idee, ma le rispetto. È il rispetto, unito al sostegno e all’ambizione, che tiene in equilibrio la nostra coppia e il nostro lavoro.

    Coppia e Lavoro: Famiglia e Libertà di Scelta

    In che modo l’essere genitori ha inciso sulla vostra esperienza di coppia e di lavoro?

    Grazia: Avere un figlio è stata la ciliegina sulla torta della nostra unione. È la parte che ci ha dato una gioia immensa, accanto al lavoro e alla vita di coppia.

    Essere genitori ci ha insegnato anche a rispettare le scelte di nostro figlio. Quando Roby frequentava il liceo gli dicevo: “In estate vieni a lavorare in salone, fai gli shampoo ai clienti”. Ci ha provato, ma dopo pochi giorni ha smesso: era evidente che non fosse la sua passione.

    L’ho capito ancora meglio due anni fa, quando la sua ragazza si è rotta un braccio. Gli ho detto: “Adesso i capelli glieli lavi tu!”. E lui: “Non ci penso proprio! A me fanno schifo i capelli.”

    Col senno di poi ho capito che lo faceva malvolentieri, solo per accontentarmi.

    È un tassello del nostro cammino: ogni famiglia mescola lavoro e vita in modo diverso; per noi, la genitorialità ha dato ancora più profondità alla coppia.

    Il Futuro e i Sogni nel Cassetto

    Dopo tanti anni insieme, avete ancora un sogno nel cassetto, personale o professionale, che vi piacerebbe realizzare?

    Grazia: Io scherzo sempre: “È ora di andare in pensione!”. Poi mi chiedo: “E a fare cosa? Finirei comunque a lavorare”. Ogni tanto fantastichiamo di aprire un chiosco in riva al mare: io che faccio due pieghe mentre Giuseppe prepara i cocktail. Ma la verità è che non riesco a immaginarmi senza questo lavoro. Finché la mano tiene, si va avanti. Il mio sogno è continuare a crescere e raccogliere bellezza ogni giorno.

    Giuseppe: Lei ama quello che fa, io amo quello che faccio. E questo per me è già un sogno realizzato: poter continuare a lavorare con passione. A 65 anni non penso alla pensione, ma a restare ancora a lungo in questo mondo che mi dà energia e vita.

    Coppia e Lavoro: Condivisione di Visioni per chi ci legge

    Che cosa avete imparato, come coppia e come famiglia, che vi piacerebbe trasmettere a chi legge?

    Grazia: Sfatiamo un mito: moglie e marito possono lavorare insieme, se c’è amore, rispetto, ascolto e fiducia.

    Giuseppe: Guardiamo i risultati. Non siamo il salone più grande di Milano, ma in tutta Italia ci conoscono. Per me questa si chiama alleanza: ognuno valorizza le competenze dell’altro. Certo, ci confrontiamo anche in modo acceso, ma sempre con rispetto.

    Grazia: Spesso è proprio dal confronto che nasce la strada giusta.

    Giuseppe: Una coppia funziona, nel lavoro come nella vita, se sa unire fiducia, ascolto e ha la capacità di rimettere a fuoco gli obiettivi quando serve.

    Dal Noi al Team: Coppia e Lavoro verso il Futuro

    La storia di Grazia e Giuseppe mostra come coppia e lavoro possano andare oltre il “noi” e diventare impresa condivisa. Hanno costruito un team coeso, accolto un nuovo socio e garantito continuità alla loro realtà: non si sono fermati alla dimensione privata, ma hanno trasformato l’alleanza di coppia in un progetto che evolve e si rinnova.

    I principi che li guidano — fiducia, ascolto, rispetto e onestà — non valgono solo per chi lavora in coppia. Sono le fondamenta di qualunque percorso condiviso, anche con più soci: ciò che rende sostenibile l’organizzazione, facilita le decisioni e tiene unita la visione nel tempo.

    Questo è il cuore della loro testimonianza: quando i valori relazionali orientano i processi, coppia e lavoro diventano motore di imprese durature, capaci di generare futuro.

    Come nella foto di apertura, il loro esempio non ritrae soltanto due persone: racconta un team che cresce insieme, una comunità professionale educata alla fiducia e all’ascolto, che ogni giorno rende visibile la forza del lavorare in coppia e in squadra.


    Raccontare la propria storia è un atto di valore: fa riflettere, dà significato e apre nuove possibilità per il futuro. Vuoi provarci anche tu?

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  • Coppia e Lavoro possono Crescere Insieme? Una testimonianza

    Coppia e Lavoro possono Crescere Insieme? Una testimonianza

    Coppia e lavoro: la storia di Grazia e Giuseppe, tra ruoli complementari, sfide L’Oréal e innovazione in un salone di Milano.

    Molti si chiedono come sia possibile lavorare insieme per anni senza incrinare il rapporto di coppia.
    Questa intervista nasce proprio da qui: dal desiderio di offrire un esempio concreto di come vita privata e lavoro possano sostenersi a vicenda.

    Con l’approccio delle Biografie Pedagogiche, ho raccolto la storia di due amici che conosco da oltre dieci anni: Grazia e Giuseppe, una coppia che condivide non solo la vita, ma anche il lavoro.

    Il loro salone è Grant Hairdresser, realtà milanese che oggi vede al loro fianco anche il socio Sergio Castiglia.

    Coppia e Lavoro: Perché raccontarsi?

    Molti vi chiedono come si possa lavorare insieme, come coppia, per così tanti anni. Da dove è iniziata questa avventura e quale scelta ha fatto la differenza?

    Giuseppe: Venticinque anni insieme, dal 2000. Prima avevo un locale sui Navigli: dal ’95 al 2000, dopo un periodo da dipendente, ero passato a gestirlo. Grazia invece aveva aperto il salone già nell’89.

    Per anni ci siamo incrociati a fatica: lei a casa il lunedì, io lavoravo; il sabato per me mezza giornata, per lei il giorno intero.

    A un certo punto ci siamo detti la verità: con due attività così diverse coppia e lavoro stavano andando a scatafascio. Qualcuno dei due doveva vendere. Inizialmente ho fatto i “quattro conti della serva”: un bar rende molto più di un salone, forse dieci volte.

    Però mi sono chiesto: vuoi solo soldi o vuoi tenerti la Grazia di cui ti sei innamorato?

    Lei ama profondamente il suo mestiere. Temevo che, togliendola dal suo ambiente, sarebbe cambiata. Forse sì, forse no. Non volevo rischiare. Così ho scelto: mollo io. Ho venduto il bar e sono entrato in collaborazione con lei.

    Come resistiamo così a lungo? Perché non facciamo lo stesso lavoro. Io non sono parrucchiere, non è nelle mie corde.

    Quando sono entrato ho ribaltato i processi e informatizzato tutto. Nel 2000 siamo stati tra i primi ad adottare gestionali per parrucchieri: agenda elettronica, contabilità, fatturazione, analisi dei dipendenti.

    Prima era carta e biro, da noi no.

    Questa competenza me la sono costruita guardando lei: l’amore per il lavoro c’era già. In sintesi: lei mette cuore e arte, io creo il sistema che le permette di esprimerli.

    È così che coppia e lavoro stanno in piedi da venticinque anni.

    La Sfida di Grazia come L’Oréal Ambassador

    Grazia, sei una professionista e imprenditrice riconosciuta, L’Oréal Ambassador Qual è stata la tua più grande sfida personale in questo percorso?

    Formazione e crescita professionale

    Grazia: Diventare L’Oréal Ambassador è stata una tappa fondamentale. Una sfida vera, perché comporta una crescita professionale impegnativa, che ti mette sempre alla prova. Come diceva Giuseppe, nel 2000 abbiamo deciso di cambiare: “facciamo qualcosa di diverso”.

    L’Oréal ci propose questo percorso e io mi ci sono buttata.

    Essere L’Oréal Ambassador significa studiare alla base tutto: dalla colorazione agli ingredienti degli shampoo. Non si tratta solo di vendere un prodotto, ma di conoscerlo a fondo, capirne gli effetti e saperli spiegare al cliente con chiarezza.

    Un’altra sfida è stata formare i colleghi.

    Con i clienti racconti la moda, li accompagni nelle tendenze. Con i professionisti no: ti osservano mentre esegui una collezione e sanno se stai lavorando bene.

    Questo ti obbliga a un livello di attenzione altissimo e ti fa crescere in modo esponenziale.

    Oggi vedo lo stesso percorso in Sergio Castiglia, che sta crescendo con noi.

    E penso che sia giusto così: ogni generazione deve fare la sua strada, esattamente come noi la facciamo da oltre vent’anni, intrecciando coppia e lavoro in un equilibrio che continua a rinnovarsi.

    Creatività e impresa: due lati inseparabili

    In che modo la creatività e la precisione tecnica del tuo lavoro si intrecciano con la responsabilità di guidare un’impresa?

    Grazia: Per me creatività e impresa vanno di pari passo. Se non sei capace di eseguire bene il tuo lavoro, non puoi guidare un’azienda né insegnare ai tuoi collaboratori. La creatività è ciò che mi spinge a non fermarmi: anche oggi, a sessant’anni, ho voglia di imparare, di scoprire novità. Senza stimoli resti “basic”. Noi invece vogliamo guardare sempre più in alto.

    Essere L’Oréal Ambassador mi ha insegnato che la formazione non finisce mai: è continua, ti costringe a crescere e a restare aggiornata.

    Oggi ho rallentato, seguo soprattutto la parte stilistica, gli eventi, il cinema, le sfilate.

    La parte didattica l’ho lasciata a Sergio Castiglia, che sta crescendo con entusiasmo nel suo percorso.

    In un’impresa è fondamentale che ci sia sempre qualcuno pronto a raccogliere il testimone: solo così si garantisce continuità.

    Organizzazione e Comunicazione: Competenze che generano Valore

    Qual è stato il tuo contributo specifico nell’organizzazione e nella comunicazione, e come ha influito sull’equilibrio tra coppia e lavoro?

    Giuseppe: Oggi la comunicazione è veloce, non puoi permetterti errori.

    Lo/la stylist deve concentrarsi solo sul suo mestiere. Se lo/la carichi anche di conti, fornitori, problemi con i collaboratori, non lavorerà mai bene.

    L’ho imparato in questi venticinque anni: il/la parrucchiere/a è un mestiere particolare.

    Ti faccio un esempio: se cammini per strada e un uomo/donna ti tocca i capelli, la maggior parte delle persone reagisce male.

    Perché? Toccare la testa è un gesto intimo. Quando lavi o acconci una/un cliente, trasmetti il tuo stato d’animo. Per questo lo/la stylist deve essere sereno/a. Io mi occupo di tutto ciò che serve a farli lavorare bene.

    Grazia: E non solo. Oggi la pubblicità passa da Instagram, TikTok, Facebook. Una volta bastava un annuncio sul giornale, oggi i clienti arrivano dai social.

    Giuseppe ha capito per tempo che bisognava investire nella comunicazione digitale.

    Giuseppe: Ho 65 anni e quando mi volto indietro vedo un bel percorso. Non facile — il “Mulino Bianco” esiste solo in televisione — ma pieno di soddisfazioni. Molti pensano che lo/la stylist sia tutto.

    In realtà, perché un orologio funzioni, servono tutti gli ingranaggi. Il mio ruolo è stato proprio questo: farli girare insieme, nel modo giusto.

    Ho dato equilibrio, organizzazione e visione. È questa la mia parte nella nostra storia.

    Realizzarsi insieme senza smettere di essere Se stessi

    È possibile essere coppia anche nel lavoro? Sì.

    Conosco Grazia e Giuseppe da oltre dieci anni. Ho proposto loro di raccontarsi e lo hanno fatto con autenticità e semplicità, dimostrando che si può costruire un percorso di vita e professione senza perdere la propria individualità.


    La loro storia dimostra che il racconto, quando viene condiviso, non solo valorizza il passato: riaccende idee e significati per il futuro.

    È la finalità delle interviste biografiche pedagogiche: riflettere sul proprio vissuto, dare valore alle esperienze, trasformare i ricordi in nuove possibilità.

    👉 Nella seconda parte scopriremo i Valori che li guidano, le Sfide affrontate in famiglia e i sogni che ancora custodiscono.

    Leggi qui la Parte 2: Coppia e Lavoro: L’Unione porta al Successo


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  • 2024: Narrazioni e Innovazione – 2025: Valori e Mission

    2024: Narrazioni e Innovazione – 2025: Valori e Mission

    2024: Narrazioni e Innovazione – 2025: Valori e Mission è un viaggio emozionale e professionale del trascorso anno. tra crescita personale e nuove sfide. Scopri i miei progetti ambiziosi e gli obiettivi per il 2025, dove ho messo al Centro il “Valore delle Persone”.

    2024: Trasformazioni Professionali e Innovazione

    Grazie al supporto della coach Ilaria Bertolasi, psicologa del BeMore Program —un percorso di formazione continua ideato da Luca Mazzucchelli— ho trovato il coraggio di reinventarmi. Questo lavoro di introspezione mi ha aiutato a riorganizzare i miei obiettivi e a intraprendere nuove direzioni.

    Un momento cruciale del percorso è stato il lavoro sul sito web, “Esperienzanarrata”. A partire da Giugno 2024, con il prezioso supporto di David Fusi, ho iniziato un processo di revisione e riorganizzazione delle sezioni, integrando strumenti tecnici, come l’e-commerce. Ogni pagina rappresenta un riflesso della mia mission e un ponte diretto tra il mio mondo interiore e il pubblico, uno strumento essenziale per comunicare i miei Valori.

    Cosa ho creato?

    • Biografie Pedagogiche: raccolgo memorie di vita per trasformarle in narrazioni che restituiscano valore e identità.
    • Pedagogista in Casa: un servizio pensato per supportare famiglie nel loro contesto quotidiano, creando armonia e crescita condivisa.
    • Pedagogista Digitale: uno spazio innovativo per accompagnare giovani e famiglie nell’apprendimento attraverso strumenti digitali e metodologie educative.

    Questi progetti, ma rappresentano le fondamenta del mio lavoro, un’espressione concreta della visione di dare “Valore alle Persone in ogni Fase della Vita”.

    2024: Narrazioni, Osservazioni e Scelte

    Il 2024 è stato un anno intenso, denso di narrazioni e trasformazioni. Un crocevia di esperienze che mi ha portata a riflettere, riorganizzare e orientarmi verso un percorso completamente nuovo. Ogni passo è stato guidato dalla mia missione: dare Valore alle Persone in ogni fase della loro Vita.

    Nei primi sei mesi dell’anno, ho lavorato come assistente nell’educativa scolastica presso una scuola professionale. Questo ruolo mi ha permesso di entrare in contatto diretto con i bisogni dei giovani, spesso poco compresi dagli adulti che li circondano. Ho osservato ragazzi pieni di potenzialità, desiderosi di stimoli e di ascolto. Più che regole, cercano dialogo. Più che imposizioni, vogliono modelli di riferimento a cui ispirarsi.

    Queste riflessioni hanno segnato per me una svolta importante. Mi sono resa conto che era il momento di cambiare. Così, con entusiasmo, ho deciso di concludere il mio percorso come educatrice per intraprendere una nuova avventura professionale come libera professionista.

    2024: Alla Ricerca dei Valori

    In questo periodo di cambiamento, ho esplorato i Valori fondamentali che guidano la mia vita: Famiglia, Libertà, Creatività e Aiuto. Come suggerisce Luca Mazzucchelli, i valori non si trovano nella mente, ma nel cuore. Solo attraverso azioni che risvegliano le nostre emozioni più profonde possiamo davvero capire cosa ci accende dentro.

    Allo stesso tempo, ho riflettuto sulla mia “linea della vita”. Se ipotizzo di vivere fino a 85 anni, mi restano 25 anni, di cui solo 10 pienamente produttivi. Questo esercizio mi ha aiutata a mettere a fuoco ciò che conta davvero, allineando i miei obiettivi alla mia essenza più autentica.

    2024: Narrazioni Personali e Professionali

    La mia vita personale ha nutrito queste narrazioni e questa spinta all’innovazione. Mio nipotino Edoardo, con la sua energia contagiosa, è stato una fonte inesauribile di ispirazione. Ridere e giocare con lui, infatti, ha reso più leggeri i momenti complessi, permettendomi di osservare con occhi nuovi il valore della spontaneità e della scoperta.

    Allo stesso tempo, ho avuto il privilegio di lavorare con una bambina tunisina, attualmente in seconda elementare. Sebbene due ore alla settimana possano sembrare poche, si sono rivelate un momento magico. Quando abbiamo iniziato, non sapeva leggere né scrivere; oggi, invece, grazie al nostro lavoro insieme, è diventata più organizzata e sicura di sé. Il suo sorriso racconta una crescita che va ben oltre il semplice apprendimento: sta scoprendo il mondo con fiducia.

    Questo percorso è stato possibile anche grazie ai suoi genitori, persone accudenti e consapevoli, che hanno riconosciuto il valore di un supporto educativo per favorire l’integrazione e lo sviluppo armonioso della loro famiglia.

    Proprio esperienze come questa mi hanno portata a riflettere ancora di più sull’importanza della figura della Pedagogista in Casa. Un sostegno continuativo e personalizzato, infatti, potrebbe fare la differenza per molte famiglie, offrendo un punto di riferimento concreto nella crescita dei loro figli.

    Obiettivi 2025: Valori e Mission

    Il 2025 sarà il momento di consolidare e ampliare il mio lavoro. I miei obiettivi principali sono:

    • Espandere il Network Professionale. Creare una rete di professionisti che condividano la mia missione, valorizzando la collaborazione.
    • Scrivere e Raccontare Storie. Pubblicare un articolo al mese. Inaugurerò questa rubrica e l’anno 2025 con l’intervista a un medico di pronto soccorso, perché credo che le storie ci uniscano e ci ispirino.
    • Diffondere le Biografie Pedagogiche. Portare il progetto nelle RSA e nei piccoli comuni, per valorizzare le memorie storiche e culturali che possano diventare patrimonio condiviso. L’obiettivo è valorizzare ogni vita, trasformandola in una narrazione che resista al tempo.
    • Organizzare Eventi e Corsi. Sensibilizzare i professionisti sull’importanza della narrazione personale come strumento di educazione e crescita.
    • Formarmi e Crescere. Approfondire competenze fi comunicazione digitale, di copywriting e l’advertising. con il corso CopyMastery con Marketers . La curiosità è il motore della mia crescita, e sono determinata a non smettere mai di imparare.
    • Proseguire con il progetto: “Padri in Primo Piano”. Raccogliere storie di padri, con l’obiettivo di trasformarle in un libro entro la fine del 2026 che racconterà il ruolo paterno con autenticità e profondità.

    Conclusione

    “Ridare Valore alle Persone in ogni Fase della Vita” non è solo uno slogan, ma il centro del mio Essere al Mondo”.

    Ogni passo che compio è guidato da questa visione, e ogni progetto è un tassello di un mosaico più grande.

    Mi rivolgo a Te che leggi:

    Che tu sia un Professionista, Genitore, o semplicemente una Persona curiosa, unisciti a me in questo viaggio.

    Condividiamo esperienze, creiamo connessioni e costruiamo insieme un futuro dove ogni vita abbia il valore che merita.

    2024, Narrazioni e Innovazione – 2025, Mission e Valori

    Scopri di più su Esperienzanarrata: contattami per Collaborazioni o per approfondire i miei servizi.

  • 5 Padri in Azione: Valori, Tempo, Amore

    5 Padri in Azione: Valori, Tempo, Amore

    Nella prima parte di questo viaggio, nell’articolo intitolato ‘5 Padri in Azione: Quotidianità, Aspettative e Scoperte‘, abbiamo esplorato la quotidianità paterna. Gesti semplici e momenti autentici creano legami forti tra padri e figli.

    In questa seconda parte, “5 Padri in Azione: Valori, Tempo, Amore”, approfondiamo il significato della paternità. Sacrificio, tempo di qualità e responsabilità si intrecciano con l’equilibrio tra lavoro e famiglia. Ogni padre racconta come affronta le sfide con amore e determinazione, diventando guida e riferimento per il futuro dei propri figli.

    5 Padri in Azione: Il Sacrificio e il Tempo di Qualità

    Essere padre significa affrontare il sacrificio, bilanciando i propri desideri con le esigenze dei figli.

    Federico adotta un approccio istintivo alla genitorialità. Ha scelto di non affidarsi ai manuali, ma di vivere ogni momento con naturalezza. Per lui, la paternità è presenza, senza pressioni o aspettative. Andrea ha, invece, sperimentato la difficoltà di conciliare famiglia e lavoro. Durante il lockdown, lavorava anche di notte pur di stare con i figli di giorno. Un equilibrio faticoso, ma necessario per sentirsi davvero parte della loro quotidianità.

    Marco ha preso una decisione ancora più radicale: ha ridotto il lavoro a part-time per potersi dedicare maggiormente alla vita del figlio. Nonostante il sacrificio economico, non si è mai pentito della scelta: “Penso che trascorrere del tempo con mio figlio sia un investimento che ripagherà per tutta la vita.”

    Marco ha fatto una scelta ancora più radicale. Ha ridotto il lavoro a part-time per dedicarsi al figlio. Nonostante il sacrificio economico, non si è mai pentito:

    “Passare tempo con mio figlio è un investimento che ripagherà per tutta la vita.”

    Giorgio ha fatto delle scelte per creare Tempo di Qualità con i figli. Ha integrato la sua passione per lo sport con il desiderio di coinvolgerli in attività condivise.

    Ogni volta che partecipa a una gara, Giorgio porta i bambini al traguardo, dove lo aspettano per ricevere da lui la medaglia.

    “Ogni volta che finisco una gara, la prima cosa che faccio è consegnare la medaglia a mio figlio, ed è un momento di gioia per entrambi.”

    Un gesto che trasmette valori come impegno e costanza, diventando una tradizione familiare che rafforza il loro legame.

    Alessandro, invece, ha dovuto fare un sacrificio diverso e difficile.

    “Fino a due settimane fa, andavo io a prendere mia figlia al nido tutti i giorni. Mi ritagliavo quei 20 minuti al giorno per andare a prenderla. Però , poi ho visto che questo non andava bene per lei, nel senso che poi voleva stare con me.”

    Con grande sofferenza, Alessandro ha deciso di non andare più a prenderla.

    “Mi pesa molto, ma so che è meglio per lei.”

    Questo gesto, pur doloroso, è per lui una scelta di amore e rispetto per i bisogni della bambina.

    5 Padri in Azione: Smart Working condiviso
    5 Padri in Azione: Smart Working condiviso

    La Ricerca di Equilibrio: Conciliare Lavoro e Vita Familiare

    Bilanciare lavoro e famiglia è una sfida per tutti i papà intervistati.

    Alessandro e la sua compagna lavorano entrambi da casa per essere presenti nella vita della figlia. Sfruttano la flessibilità dello smart-working per garantire una routine stabile e serena.

    Giorgio ha cambiato carriera per avere più tempo libero nei weekend. In quei giorni organizza attività divertenti e significative per tutta la famiglia.

    Marco ha scelto il part-time per stare più vicino al figlio, ma la decisione non è priva di dubbi.

    “Ho sempre lavorato tanto, fin da giovane, e non mi sono mai fermato.”

    Teme che il figlio possa vedere questa scelta come una mancanza di impegno. Il suo obiettivo è accompagnarlo nei primi anni di vita, ma riflette su come trasmettere il giusto messaggio. Per ora, il part-time è il compromesso tra presenza e lavoro, con l’idea di riprendere un ritmo diverso in futuro.

    Andrea ha trovato il suo equilibrio tra organizzazione e sacrificio.

    “La mia giornata lavorativa deve finire a un certo punto, perché voglio stare con i miei figli.”

    Tuttavia, spesso riprende il lavoro dopo averli messi a letto. Per lui, l’equilibrio è un compromesso continuo, un incastro tra presenza e responsabilità professionali.

    Federico punta sull’importanza di avere tempo anche per sé e per la compagna.

    “Equilibrio significa bilanciare tutto: lavoro, famiglia, ma anche i momenti solo per me.”

    Un approccio che considera essenziale per costruire una famiglia sana e unita.

    5 Padri in Azione: Osservazione e Ascolto Attivo
    5 Padri in Azione: Osservazione e Ascolto Attivo

    5 Padri in Azione: Una Nuova Generazione di Papà

    Il ruolo paterno è cambiato. Rispetto alla generazione precedente, i padri di oggi sono più affettuosi e coinvolti.

    Alessandro ricorda suo padre, presente e attento anche dopo la separazione, ma spesso assente per lavoro.

    “Papà era moderno e riflessivo, arrivava sempre dopo i fatti.”
    Osservava e spiegava, senza intervenire sul momento.

    Ora, con sua figlia, Alessandro sceglie un approccio diverso. Vuole essere aperto e vicino, senza perdere il ruolo di genitore.

    Marco ha un ricordo diverso. Suo padre, idraulico, lavorava sempre.

    “Non ricordo momenti di gioco con lui. Mi portava con sé mentre lavorava, e per me quello era il nostro tempo insieme.”

    Oggi, Marco vuole una presenza più attiva con suo figlio. Crede nei momenti di gioco e svago, assenti nella sua infanzia.

    “Forse erano altri tempi, altre priorità. Ma sentivo il rispetto di mio padre anche senza parole.”

    Quei valori restano, ma ora Marco sceglie di trasmetterli con un’impronta più affettuosa e partecipativa.

    Andrea nota come i padri di oggi siano più coinvolti. Suo padre, ora nonno, vive esperienze che non ha avuto con lui: cambiare pannolini, mettere a letto i nipoti.

    “Oggi il ruolo paterno è diverso, ma gli stereotipi resistono.

    Lavorando in remoto con la moglie, gestisce meglio il tempo familiare. Eppure, quando porta i figli all’asilo, si sente dire:

    “Che bravo papà! E io mi chiedo, ma perché?

    Andrea si chiede perché questo sia ancora visto come un’eccezione.

    Giorgio riflette sulle differenze con suo padre.

    “Forse vogliamo dare ai nostri figli il tempo che non abbiamo avuto.”

    Per lui, il gioco è fondamentale. Suo padre era pragmatico, poco incline a mostrare affetto. Giorgio, invece, sceglie di trasmettere amore e vicinanza con piccoli gesti quotidiani, costruendo ricordi duraturi.

    Padri: Ispiratori di una Futura Generazione

    Essere padre è un percorso fatto di scoperte, sfide e trasformazioni continue. Le esperienze di Alessandro, Andrea, Federico, Giorgio e Marco, raccolte in “5 Padri in Azione”, offrono uno sguardo autentico sulla paternità come crescita personale. Ogni padre trova il suo equilibrio tra presenza e ispirazione, tra routine quotidiane e momenti speciali con i figli.

    Questi cinque papà ci mostrano che essere genitore non è solo un compito, ma un’avventura straordinaria. Un percorso fatto di legami autentici, costruiti giorno dopo giorno.

    Le storie raccontate in questi due articoli sono un invito per tutti i papà, attuali e futuri, a vivere il proprio ruolo con autenticità. Ogni piccolo momento, dal caos del mattino alla quiete della sera, diventa un tassello prezioso nel rapporto unico con i figli.

    Queste interviste offrono una fotografia attuale della paternità tra i 35 e i 45 anni, una generazione di padri più aperta e consapevole. I partecipanti hanno condiviso esperienze con spontaneità e intelligenza, affidandosi a un’interlocutrice che conoscevano solo indirettamente. Grazie alla loro sincerità, è stato possibile raccogliere un valore inestimabile per raccontare la paternità di oggi.

    Come sottolineato da Andrea, uno dei papà, intervistati:

    “Parlare di difficoltà e fare domande non è solo un segno di necessità, ma un segno di Coraggio e Consapevolezza.”

    Il progetto “5 Padri in Azione” di esperienzanarrata è solo all’inizio.

    Se anche tu conosci o sei un papà che vuole condividere la sua storia, compila il form qui sotto. Cerco nuove voci e nuove esperienze per un libro che raccolga testimonianze reali e sincere. Un confronto tra padri per riscoprire e rafforzare il proprio ruolo, oggi e nel futuro.

    📩 Contattami per suggerire nuovi nominativi e contribuiamo insieme a questo progetto di condivisione autentica.

  • 5 Padri in Azione: Quotidianità, Aspettative e Scoperte

    5 Padri in Azione: Quotidianità, Aspettative e Scoperte

    La paternità è un viaggio unico, ricco di scoperte e memorie preziose. Nell’articolo “5 Padri in Azione: Quotidianità, Aspettative e Scoperte”, ho raccolto le testimonianze di giovani papà con figli dai 2 ai 7 anni.

    Hanno condiviso con me gioie, sfide e riflessioni sulla loro esperienza quotidiana. Grazie al mio approccio da Pedagogista Digitale e al metodo delle Biografie Pedagogiche, ho dato valore a queste narrazioni.

    Ogni intervista è stata trascritta con ascolto attivo e fedeltà alla Verità Narrativa. Questo significa mantenere emozioni, autenticità e linguaggio originale dei protagonisti.

    L’obiettivo? Dare voce alla loro esperienza, così com’è stata vissuta e raccontata. Ecco l’essenza della Biografia Pedagogica.

    Per rendere il contenuto più chiaro, ho suddiviso la narrazione in due articoli. Ogni lettore potrà esplorare i temi principali in base ai propri interessi.

    Questo è solo l’inizio. Con Esperienzanarrata, il progetto “5 Padri in Azione” vuole raccogliere altre storie. L’obiettivo è creare un libro che offra un confronto sincero tra genitori. Uno spazio di condivisione autentica. Un’opportunità per i padri di riscoprire e rafforzare il proprio ruolo, nel presente e per il futuro dei figli.

    Buona lettura!

    5 Padri in Azione: Le Mattine di Caos e Tenerezza

    Il risveglio è spesso un caos affettuoso per questi papà.

    Giorgio, padre di due bambini di 4 e 2 anni, racconta: “Le mie mattine iniziano con la carica dei miei figli. Alle 6:30 sono già svegli e pronti all’azione!” Ride e aggiunge: “Ci provo sempre a dormire qualche minuto in più, ma so che è impossibile!” Nonostante la stanchezza, per lui questi momenti sono un punto fermo della giornata. “Facciamo colazione insieme, prepariamo le ultime cose per la scuola, mettiamo un po’ di musica… e alla fine mi lascio trascinare dalla loro energia.”

    Anche Alessandro e Andrea, nonostante le loro carriere impegnative, trovano il modo di essere presenti al mattino. “Cerchiamo di accompagnare i figli all’asilo o di fare una breve passeggiata prima di separarci per la giornata.” Per loro, questo rito mattutino è più di una routine. È un gesto di supporto alla partner e un momento speciale di connessione con i figli. Un’opportunità per far sentire la loro presenza.

    Marco, papà di un bambino di 7 anni, vive le sue mattine tra corse e piccoli riti. “Ogni mattina è una sfida a far combaciare tutto, ma mi piace iniziare la giornata insieme.” Nonostante il ritmo frenetico, per lui è un’occasione preziosa. Un momento per creare ricordi e trasmettere sicurezza a suo figlio. “Quando posso, mi prendo qualche minuto per scambiare due parole o fare una battuta. Basta un sorriso per dare il giusto tono alla giornata.”

    Federico, invece, ha creato un saluto speciale con suo figlio. Ogni mattina, dopo averlo lasciato all’asilo, si scambiano un ultimo sguardo dalla finestra. “Un piccolo gesto,” dice Federico, “che vale più di mille parole.”

    5 Padri in Azione: La tenerezza paterna
    5 Padri in Azione: La Tenerezza Paterna

    5 Padri in Azione: Momenti Semplici e della Routine Serale

    Per molti di questi papà, il momento serale è quello in cui si raccoglie l’essenza della giornata. Andrea e Federico sottolineano l’importanza della routine del bagnetto, della cena e della lettura della buonanotte, che crea un ambiente rassicurante e caloroso per i loro bambini. Andrea racconta con emozione: “Poi, se devo dirti il momento più bello in assoluto, ti direi che è quello della lettura dei libri serali e dell’addormentamento insieme. È un momento speciale perché siamo lì, tutti vicini, e c’è uno scambio di affetto che è del tutto inconsapevole ma autentico. Quella è sicuramente la parte che mi piace di più, quella vera e spontanea.”

    Per molti di questi papà, la sera è il momento in cui si raccoglie l’essenza della giornata.

    Andrea e Federico danno grande valore alla routine serale: bagnetto, cena e lettura della buonanotte. Piccoli rituali che creano un ambiente rassicurante per i loro bambini. Andrea racconta con emozione: “Se devo dirti il momento più bello, è sicuramente la lettura serale e l’addormentamento insieme. Siamo lì, tutti vicini. C’è uno scambio di affetto inconsapevole ma autentico. È il momento che mi piace di più, quello vero e spontaneo.”

    Alessandro ha creato un appuntamento speciale con sua figlia: ogni settimana la accompagna a nuoto. “Fare piscina con lei è divertentissimo,” racconta con entusiasmo. “È il nostro momento di gioco e risate, qualcosa che aspetto sempre con piacere.” Per lui, non è solo un’attività sportiva. È un’occasione per rafforzare il loro legame e creare un piccolo rituale familiare che entrambi amano.

    Giorgio sente che “la giornata ha senso solo quando ha giocato con loro.” Per lui, il gioco fisico è insostituibile. È il modo più naturale per connettersi con i suoi figli. “Sono abbastanza fisici, loro, come lo sono io. Ci piace fare i giochi da papà, mettiamola così.” Ma il gioco non è solo movimento. Giorgio ama spiegare il mondo ai suoi figli in modo semplice, adattando ogni spiegazione alla loro curiosità. Ricorda con affetto i “Libri del Progresso” della sua infanzia, pieni di immagini e testi brevi. “Ora sarebbe bellissimo fare lo stesso con i miei figli.” Per lui, questi momenti sono molto più che semplici giochi. Sono la condivisione della gioia della scoperta, un valore che spera di trasmettere per sempre.

    Anche per Marco, papà di un bambino di 7 anni, la sera è un momento speciale. “Dopo una giornata lunga, mi piace finire le serate con lui, stando semplicemente insieme, magari guardando un cartone.” Marco apprezza la naturalezza di questi attimi. Sono momenti di calma e vicinanza, una finestra di contatto autentico con suo figlio. “A volte mi siedo accanto a lui, gli accarezzo i capelli e ascolto le sue storie, anche le più semplici. Mi fanno sentire vicino al suo mondo. Spero che, crescendo, si ricordi di questi momenti.”

    5 Padri in Azione: Tempo del Gioco
    5 Padri in Azione: Il Tempo del Gioco

    5 Padri in Azione: Tra Aspettative, Scoperte, Osservazione e Ascolto Attivo dei Figli

    Diventare padre è un viaggio fatto di scoperte e sorprese, spesso lontane dalle aspettative.

    Alessandro racconta una rivelazione inaspettata: la sensibilità di sua figlia. “Non mi aspettavo che lei percepisse così tanto il mio umore. Mi ha insegnato a essere più consapevole.” Questa consapevolezza lo ha spinto a lavorare su se stesso. Ha imparato a essere un padre più attento, non solo alle esigenze pratiche, ma anche a quelle emotive.

    Anche Marco ha dovuto ridimensionare le aspettative. Pensava che suo figlio gli somigliasse, ma ha scoperto una personalità unica. “Pensavo di poterlo comprendere facilmente, invece ogni giorno scopro un bambino diverso da me, con il suo mondo e le sue preferenze.” Accettare le differenze e rispettare l’unicità dei figli è diventato, per lui, il cuore della paternità.

    Per Giorgio, la paternità ha riportato alla luce il valore delle piccole cose. Spiegare il mondo ai suoi figli in modo semplice è diventato un momento speciale. “Quando spiego a mio figlio perché le coperte sono fredde all’inizio e poi diventano calde, vedo nei suoi occhi meraviglia e curiosità. Osservare come interiorizza queste scoperte e le ripete a scuola è una continua sorpresa.” Questo processo di trasmissione gli ha fatto riscoprire il piacere di mostrare il mondo con spontaneità. Un aspetto della paternità che non si aspettava potesse essere così gratificante.

    Anche Andrea ha trovato sorprese lungo il cammino, soprattutto osservando come i figli interagiscono con il mondo esterno. “Vederli entrare in un contesto diverso dalla famiglia, come l’asilo, e sentirsi sicuri mi riempie di gioia. È bello scoprire che hanno già una loro indipendenza.” Questa consapevolezza lo ha aiutato a ridimensionare le preoccupazioni e a fidarsi della loro capacità di adattarsi. “Accompagnarli all’asilo è uno dei momenti che apprezzo di più. Vederli sereni in uno spazio tutto loro mi rende felice e fiero.”

    Federico vive la paternità in modo istintivo, senza aspettative o regole rigide. “Volevo solo esserci e godermi ogni momento,” racconta. Questo approccio spontaneo gli permette di affrontare ogni giorno come un’opportunità unica, senza pressioni. Per lui, il ruolo di padre è cambiato. Oggi si vive con più parità, sia nel rapporto con i figli che all’interno della coppia genitoriale. “Non è solo una questione di fare, ma di voler fare,” afferma. Il suo desiderio è che suo figlio cresca vedendo entrambi i genitori come figure di riferimento, uguali e complementari.

    5 Padri in Azione - Scoprire il Mondo Insieme
    5 Padri in Azione – Scoprire il Mondo Insieme

    La narrazione continua…

    I ‘5 Padri in Azione‘ mostrano come i piccoli gesti quotidiani possano creare legami profondi tra padri e figli. Un saluto dalla finestra. Una lettura serale. Un racconto. Uno sport. Un gioco condiviso.

    Ogni routine ed emozione diventano tasselli di una relazione autentica e affettuosa.

    Ma il viaggio non finisce qui. Nella seconda parte, parleremo del coraggio di superare le aspettative e della sfida di conciliare lavoro e famiglia. Scopriremo come ogni padre trasforma il suo ruolo per essere una presenza viva e consapevole nella vita dei figli.

    Vuoi scoprire come proseguono queste riflessioni sulla paternità moderna? Nel prossimo articolo parleremo di sacrifici, scelte e del delicato equilibrio tra lavoro e famiglia. Insieme esploreremo la Nuova Generazione dei Papà. Non perdertelo!

    Concludo questa prima parte con un invito a…

    ….. leggere anche l’articolo ‘Pedagogista in Casa: Percorsi Innovativi per le Famiglie’.

    Qui approfondisco come questa figura possa offrire un supporto concreto nella vita quotidiana. Il/la Pedagogista in Casa si basa su un approccio sistemico, con ascolto attivo e consapevole. Il suo obiettivo è comprendere le dinamiche familiari e rispondere alle esigenze di ogni membro. Attraverso un intervento mirato e una guida preziosa, aiuta le giovani coppie a creare un ambiente sereno e stimolante. Una presenza costante che accompagna la crescita della famiglia, favorendo equilibrio e consapevolezza.

  • Pedagogista in Casa: Percorsi Innovativi per le Famiglie

    Pedagogista in Casa: Percorsi Innovativi per le Famiglie

    Scopri il ruolo della/del Pedagogista in Casa: un sostegno personalizzato per genitori e figli, per migliorare comunicazione e armonia familiare.

    Perché parlare di Pedagogista in Casa

    L’idea nasce dalla mia esperienza di nonna e dal lavoro con le famiglie. L’arrivo di un bambino porta gioia, ma anche profondi cambiamenti: nuove dinamiche, responsabilità e a volte tensioni.

    In questi momenti, le risorse online non bastano. Serve una presenza reale: un professionista che ascolti, sostenga e accompagni la coppia genitoriale.
    L’obiettivo? Restare uniti e costruire un clima familiare sereno.

    Durante gli anni di Assistenza Domiciliare Minori (ADM), ho visto quanto sia importante l’intervento continuativo.
    All’inizio la mia presenza sembrava invasiva, poi diventava una risorsa.
    Il cambiamento nasceva quando i genitori partecipavano attivamente e miglioravano la comunicazione.

    Questo approccio, fondato sulla visione sistemica, mostra che il benessere dei bambini nasce dall’equilibrio della coppia genitoriale. Nessuno è “pronto” a fare il genitore: si impara giorno dopo giorno.
    Da qui la figura della Pedagogista in Casa: un percorso concreto, non un intervento isolato, per sostenere la crescita condivisa.

    Il ruolo della/del Pedagogista in Casa

    L’approccio sistemico della/del Pedagogista in Casa guarda al benessere dell’intera famiglia, non solo del singolo. Si ispira, infatti, alle teorie della complessità studiate con la professoressa Laura Formenti. In questo quadro, la famiglia è un sistema interconnesso: ogni membro influisce sugli altri.

    Per questo, i problemi non si affrontano isolatamente. Al contrario, si considerano relazioni, contesti e tempi di vita domestica, favorendo un cambiamento condiviso.

    La Maieutica, basata su dialogo e ascolto, è il cuore del lavoro. Come uno scultore libera la forma nascosta nel marmo, la/il Pedagogista facilita l’emergere di nuove modalità di relazione e crescita.

    La presenza della/del Pedagogista in Casa è come un “terzo occhio e orecchio”. Osserva e ascolta con discrezione, senza imporre risposte pronte. Spesso, il percorso non resta chiuso tra le mura domestiche, bensì si integra con altri professionisti, creando una rete di sostegno.

    Non ci sono soluzioni preconfezionate: si accompagnano le persone a scoprire risorse già presenti. Come Socrate, usa domande e riflessioni per aiutare a scoprire la verità dentro di sé.

    Perché la presenza della/del Pedagogista in Casa fa la differenza

    Essere presenti nella vita quotidiana della famiglia è fondamentale. In casa, la/il Pedagogista osserva come vengono usati gli spazi e come si muovono le persone. Di fatto, anche la disposizione degli oggetti racconta abitudini emotive e relazionali. Questi dettagli, offrono una prospettiva unica rispetto a incontri in studio o consulenze saltuarie.

    Inoltre, la presenza regolare consente interventi mirati e continui. Così, si integra naturalmente nel ritmo familiare. Il risultato? Il cambiamento avviene in modo graduale, senza forzature.

    Spazio fisico, oggetti e abitudini

    Entrare nelle case è parte essenziale del progetto. Infatti, l’organizzazione degli spazi e la posizione degli oggetti svelano molto sulla storia e sulle abitudini della famiglia. Anche i movimenti quotidiani riflettono aspetti emotivi e relazionali.

    Come sottolinea Luca Mazzucchelli nei suoi corsi, l’ambiente fisico parla: osservare la casa aiuta a comprendere meglio le dinamiche interne.

    La Giusta Distanza

    Un concetto chiave è la “giusta distanza”. Come un direttore d’orchestra bilancia i suoni per creare armonia, la/il Pedagogista in Casa mantiene equilibrio tra vicinanza e obiettività.
    Da un lato, la distanza garantisce rispetto e obiettività. Dall’altro, la vicinanza consente un intervento continuativo e concreto. Nel complesso, questo equilibrio favorisce il cambiamento e la crescita nel lungo termine.

    Crescita condivisa

    Il lavoro non si limita a “risolvere problemi”. Promuove una crescita condivisa. Grazie all’ascolto attivo e alla riflessione, la/il Pedagogista aiuta la famiglia a trovare soluzioni proprie. In questo modo, accompagna genitori e figli verso nuove modalità di relazione, più armoniose e sostenibili.

    Pedagogista in casa. La lettura condivisa è attenzione al particolare
    La lettura condivisa è attenzione al particolare. Entrare in sintonia con il bambino
    entrare-in-sintonia-con-il-bambino
    La concentrazione la si sperimenta e allena sin da piccoli. I genitori sono i primi maestri di vita

    A chi si rivolge la/il Pedagogista in Casa?

    Per le neo-famiglie

    I primi mesi portano gioia, ma anche scelte importanti: nido, tata o nonni? In questa fase, la/il Pedagogista in Casa è un sostegno prezioso. Aiuta, infatti, a trovare equilibrio tra le esigenze del bambino e quelle della coppia. L’obiettivo è uno: il benessere di tutta la famiglia.

    Per famiglie con figli pre-adolescenti e adolescenti

    Con la crescita dei figli, di solito la comunicazione si complica. Ad esempio, orientamento scolastico, gestione delle emozioni e conflitti quotidiani possono creare tensioni. Di conseguenza, la/il Pedagogista in Casa media il dialogo e facilita la comprensione reciproca. In pratica, promuove soluzioni utili per migliorare la relazione tra genitori e figli.

    Per famiglie con figli con disabilità o fragilità

    Quando in famiglia ci sono disabilità o fragilità, inevitabilmente le sfide diventano più complesse. Per questo, la/il Pedagogista in Casa offre un aiuto concreto, alleggerendo il carico emotivo e organizzativo. Inoltre, lavora in rete con altri professionisti per costruire strategie educative e relazionali personalizzate. L’obiettivo, quindi, è migliorare la qualità di vita di tutta la famiglia.

    La coppia e il suo ruolo genitoriale

    Per quanto una coppia possa prepararsi alla genitorialità, nessuno è mai davvero pronto. Non a caso si dice: “Il mestiere più difficile è quello del genitore”. Questa verità, infatti, si rivela fin dal primo pianto del bambino, spesso indecifrabile.

    È vero: Internet offre molte risposte. Tuttavia, non sostituisce l’ascolto di un professionista. In effetti, la presenza di chi guida e sostiene la coppia è una risorsa preziosa. Affrontare questa fase richiede impegno: entrambi i genitori devono mettersi in gioco, sia individualmente sia come squadra. Non basta, quindi, evitare il classico “fai tu”: serve collaborazione. Solo così si costruisce equilibrio per il benessere dei figli e della coppia.

    E se arriva una crisi di coppia?

    Quando la relazione sentimentale è in difficoltà o si avvicina la separazione, il ruolo genitoriale resta prioritario. Deve, infatti, essere mantenuto con rispetto per i figli. In questi casi, la/il Pedagogista in Casa aiuta i genitori a dialogare in modo costruttivo, anche nei momenti critici.

    Il suo lavoro, inoltre, non è isolato. Spesso collabora con psicologi, mediatori familiari e assistenti sociali. In questo modo, l’approccio in rete garantisce stabilità e continuità nella genitorialità, creando un ambiente sicuro per i bambini.

    La famiglia come primo luogo di fiducia: camminare insieme, passo dopo passo.

    I Benefici di una/un Pedagogista in Casa

    La/il Pedagogista in Casa aiuta a sviluppare un dialogo aperto e rispettoso. Usa ascolto attivo e mediazione. Così le tensioni quotidiane si riducono e la fiducia cresce.

    Scelte su regole, routine, digitale e scuola richiedono criteri chiari. Il percorso offre strumenti semplici per decidere con coerenza e serenità.

    Si lavora su ritmi, spazi e abitudini. Piccoli aggiustamenti quotidiani migliorano clima, cooperazione e senso di sicurezza.

    La/il Pedagogista coordina interventi e favorisce inclusione. Condivide obiettivi con scuola, terapisti e servizi, evitando sovrapposizioni.

    Passaggi come ingresso a scuola, pre-adolescenza e adolescenza richiedono nuove regole e linguaggi. Il percorso accompagna questi snodi con gradualità.

    Osservazione e partecipazione ai piccoli progressi
    Primi dialoghi, prime negoziazioni: genitori che trovano il tempo di mettersi in gioco con i loro bambini

    Un percorso continuo, non una semplice consulenza

    L’intervento della/del Pedagogista in Casa non è un incontro occasionale. È un percorso che cresce insieme alla famiglia.

    Fase iniziale: incontri regolari e frequenti, preferibilmente ogni settimana. Questa fase, che dura alcuni mesi, serve a creare una relazione solida e significativa. Solo così, si costruisce la base per un cambiamento reale e condiviso.

    Dopo la fase iniziale: gli incontri possono diradarsi e diventare mensili, ma il supporto non scompare. Rimane, infatti, costante nel tempo, fino all’adolescenza dei figli se necessario.

    Obiettivo del percorso: la/il Pedagogista in Casa fornisce strumenti concreti per affrontare le sfide educative quotidiane. Accompagna, quindi, la famiglia verso l’autonomia, aiutandola a mantenere equilibrio e armonia nel tempo.

    Un nuovo pensiero per la società: la/il Pedagogista in Casa come Servizio Istituzionale

    Con la Legge n. 55 del 15 aprile 2024, l’Italia ha istituito l’Albo dei Pedagogisti e quello degli Educatori Professionali Socio-Pedagogici. Questo riconoscimento offre alla/il Pedagogista una legittimazione chiara nel panorama sociale ed educativo.

    Una proposta innovativa

    Immagina se la figura della/del Pedagogista in Casa diventasse un servizio istituzionale. Se fosse accessibile a tutte le famiglie, rappresenterebbe un punto di riferimento stabile, proprio come il Pediatra o il Medico di base. Il suo compito? Prevenire i disagi e promuovere relazioni sane, prima che i problemi diventino emergenze.

    Non è una realtà immediata

    Probabilmente non accadrà presto. Tuttavia, sperimentare questa figura è un passo concreto verso il cambiamento. Potrebbe, infatti, diventare un’estensione naturale degli interventi di Assistenza Domiciliare Minori (ADM), ma con un approccio preventivo e sistemico.

    Prevenire con Cura, Supportare con Passione.

    Non è solo il mio motto, è il filo che guida ogni incontro con le famiglie.

    Ho imparato, sia come madre che come professionista, che non è sempre facile chiedere aiuto. Eppure, quando la famiglia vive momenti di tensione o incertezza, il tempo è decisivo. Prima si interviene, più è semplice ritrovare equilibrio.

    Il vero cambiamento nasce nei piccoli gesti. Un dialogo che torna possibile, una regola condivisa che riduce i conflitti, una giornata che finalmente scorre senza tensioni. Questo è il valore del percorso: trasformare il quotidiano in un luogo di crescita per tutti.

    L’importanza di giocare insieme e superare gli ostacoli.

    Il Cambiamento inizia da un semplice passo

    Mettersi in gioco per il bene della tua famiglia è già un atto di cura.

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    Due percorsi, due modi di crescere insieme:

  • Cresciuti insieme: una Madre possibile

    Cresciuti insieme: una Madre possibile

    Esperienza di una Donna-Madre Single: Cresciuti insieme

    Cresciuti insieme, racconta la mia esperienza di Donna-Madre, possibile. Esperienzanarrata è un blog che narra aspetti biografici intrisi di Amore e Valore.

    Qui riporto con emozione un brano scritto nel 2011, modificato per contestualizzare il periodo attuale. Il brano originale si trova a pag.307 del libro “Maternità possibili, 122 Storie, Testimonianze e Riflessioni”, Edizioni Scalino.

    L’idea venne dalla mia amica Pedagogista e scrittrice di Fiabe, Rosa Rita Formica, che mi propose ad un gruppo di professioniste di Milano (tra cui Irene Auletta) che raccoglievano testimonianze di vissuti di Madri e Possibili Madri.
    Nel periodo in cui stavo uscendo dall’ospedale a seguito di una trombo-embolia polmonare massiva, fui contattata.

    Era il 5 Maggio 2011, e quel giorno segnò l’inizio di un nuovo capitolo della mia vita. Ancora oggi, a distanza di 10 anni considero quell’evento come una seconda chance per vivere una Vita più Consapevole del suo Valore.

    Narrazione Autobiografica: un’Emozione Valoriale intrisa d’Amore

    Ho ricostruito i momenti salienti della mia esistenza, esponendo con razionalità e maturità fatti che altrimenti sarebbero rimasti solo nei miei ricordi. Raccontarsi ad un figlio, sapendo quasi sicuramente che non ti leggerà, mi ha svincolato dal sentirmi sotto pressione, permettendomi di esprimere liberamente sentimenti ed esperienze.

    Questa esperienza di scrittura rappresenta ciò che chiamo: Metodo Biografico. E’ un lavoro che nelle Biografie Pedagogiche viene consegnato e custodito nelle famiglie, desiderose di lasciare memorie ai posteri, ridando Valore ai loro predecessori. Le Biografie Pedagogiche nella norma sono un percorso Pedagogico, Educativo e Privato.

    In questo caso viene presentata ad un pubblico, perché è stata una mia scelta, ne sono l’autrice e protagonista.

    Una Moglie Possibile

    Caro Federico,
    eccomi qui a scriverti ripensando al nostro percorso insieme, 22 anni.

    Avevo la tua età quando mi sposai. Ero una giovane donna vivace, di carattere forte che si era impostata la vita pensandola secondo una sequenza di obiettivi da raggiungere.

    I sette anni che trascorsi con tuo padre furono dedicati interamente alla progettualità di una famiglia solida e alla creazione di un benessere professionale.

    All’epoca decisi di abbandonare gli studi universitari. Dopo qualche anno di vita di coppia, sentii il bisogno di costruire una famiglia con figli. Speravo di avere almeno due, tre figli e non temevo di di non riuscire a conciliare famiglia e lavoro. La nostra professione nello studio odontoiatrico mi permetteva di seguire con una certa flessibilità con i tempi.

    Progettualità e Realizzazione di Sogni

    Non sarei più diventata il medico come sognavo da bambina, ma aprire, organizzare e condurre uno studio odontoiatrico mi permetteva di esprimere la mia voglia di imprenditrice, acquisita da nonno Giacomo. Un altro sogno era dedicarmi agli Altri, caratteristica che mi definiva come “idealista”.

    Progettualità e Realizzazione di Sogni
    Esperienza missionaria in Tanzania. Dispensario di Iringa 1987

    Riuscii a convincere tuo padre a fare un’esperienza di missione e tre anni prima della tua nascita andammo in Tanzania per cinque settimane. Anche lì mi impegnai come assistente sanitaria. Ricordo con malinconia quel periodo che avrebbe dovuto consolidare il nostro matrimonio.

    Due anni dopo, entusiasta della precedente esperienza, mi attivai per ritornare in Africa, questa volta in Etiopia per gestire uno studio odontoiatrico. Ero felicissima, ma la gravidanza cambiò i piani. Ad aprile del 1988 scoprii di aspettarti, caro Federico. Rinunciai alla missione senza rimorsi, nonostante la soddisfazione di tuo padre per aver evitato una situazione non gradita a lui. Lì iniziai a capire che non stavamo andando nella stessa direzione.

    Una Madre possibile

    Una Madre possibile
    Il 6 gennaio 1989 giorno della tua nascita era freddissimo e c’era una fitta nebbia.

    Durante la gravidanza lavorai tutti i pomeriggi con tuo padre, ma la stanchezza mi costrinse a letto per una settimana nel mese di Dicembre. Il 6 gennaio 1989, tu nascesti, in un giorno freddo e nebbioso. A parte i nonni, non ricevetti visite di parenti, e così iniziammo la nostra vita insieme, soli.

    Se guardo a quegli anni, vedo la mia solitudine con tuo padre e i suoi genitori, perdendo il contatto con la mia famiglia d’origine. Nel novembre 1989, rimasi felicemente in attesa del tuo fratellino Emanuele. Avreste avuto un anno e mezzo di differenza: tu forse non puoi immaginare la mia gioia per l’accadimento di quell’evento.

    l mio modello di famiglia si stava realizzando.

    Sempre in quell’anno avevamo, inoltre, acquistato i locali del nuovo studio dentistico per cui tutto ciò che si poteva desiderare dal punto di vista del successo, si stava compiendo. La mia vita di coppia, invece, non si era evoluta: la tua nascita, aveva colmato, in me quel bisogno di dare e ricevere affetto da un altro essere umano e questa era una triste consapevolezza.

    Ora sareste stati in due

    Il cambiamento inaspettato

    Purtroppo, la gravidanza si interruppe il giorno di Santo Stefano, una settimana prima del tuo compleanno. Quando ripenso a quel fatto rinasce in me la rabbia e lo sconforto totale che provai in quei giorni. Tu eri piccolo, eri la gioia e scopo della mia vita per cui non ti avrei mai voluto negare la serenità che ti spettava, come bambino, ma inevitabilmente quella circostanza triste, segnò e divise le nostre tre vite.

    La perdita di Emanuele portò una crisi nel rapporto con tuo padre. Realizzai che la sua visione di famiglia prevedeva un solo figlio. Continuammo a lavorare insieme nello studio odontoiatrico, ma il distacco tra noi cresceva. la consapevolezza del mio disinnamoramento verso tuo padre arrivò quando capii che c’era un mondo fuori che mi aspettava.

    Un viaggio nella consapevolezza

    Inizialmente fu la conoscenza di uomo “ad aprirmi gli occhi” su ciò che desideravo realmente. Non era la persona incontrata, ma le differenze sostanziali rispetto a tuo padre che mi colpirono. Idealista, decisi che la tua esistenza non valeva il sacrificio di stare in quel sistema familiare.

    Credevo da 28enne di potermi riproporre in una nuova configurazione familiare e di vita.

    Sogni! Illusioni! Sbaglio nel voler pianificare tutto! Presunzione! Idealismo! Romanticismo! Cocciutaggine! Possessività! Insicurezza delle proprie risorse! Educazione tradizionale! Remissività ma nello stesso tempo indomabilità! Voglia di affermazione! Competitività!

    La lista è lunga per descrivere il perché, è andata male!

    Tu ed io insieme

    Durante il tuo terzo anno di vita, iniziasti ad essere “condiviso e diviso” tra me e tuo padre.

    Federico caro, so che non è stato facile per te. Ho sempre cercato di metterti “al primo posto” sopperendo alla mancanza di una famiglia completa. Organizzavo gite e visite par passare del tempo insieme, anche se spesso ci spostavamo per la mia natura inquieta.

    Cresciuti insieme

    Una passione importante è “la voglia di viaggiare” che considero fondamentale per la formazione. Nel viaggio si mettono in gioco capacità diverse come “il fai da te”, l’adattamento alla fatica sia fisica che emotiva, la socializzazione, la tolleranza alla differenza, l’accettazione delle “sfide” impreviste!

    Esperienzanarrata-abbraccio-a-parigi
    Abbraccio a Parigi- Cresciuti insieme
    Cresciuti insieme: la passione e la voglia di viaggiare
    Arrampicata di un ghiacciaio del Gran Paradiso

    Purtroppo per motivi economici siamo riusciti a concederci solo tour alle città italiane che però organizzavamo con grande accuratezza e curiosità artistica-culturale.

    Quando stavi frequentando la seconda media, ebbi un crollo psicofisico e tu mi rimasi accanto con le tue capacità di ragazzino.

    Crescere nello studio

    Crescere nello studio e raggiungere obiettivi
    Crescere nello studio e raggiungere obiettivi: giorno della discussione della Laurea

    Mi iscrissi a Pedagogia, una scienza che mi permetteva di “formarmi per formare”, “educarmi per educare”, “conoscermi per conoscere gli altri”. Abbiamo passato momenti privilegiati durante i miei studi universitari mentre tu frequentavi il liceo classico. Quegli anni ci hanno permesso di crescere insieme, consolidando il nostro legame.

    Da Madre a Donna Possibile

    Sei anni fa, hai concluso il tuo percorso universitario e ti sei trasferito in una tua abitazione. Ti ho accompagnato all’indipendenza concludendo un percorso educativo.

    Nonostante le difficoltà di comunicazione e tensioni causate da fattori esterni e anche, caratteriali, ci siamo accettati per quello che siamo.

    Il nonno Giacomo, il nostro “amorevole mediatore”, ci ha insegnato a rispettare i nostri ruoli:

    “io, madre e tu, figlio”

    amarci, onorarci ed io aggiungo, consolarci.

    Con Amore la tua Mamma

    Vuoi contattare esperienzanarrata per raccogliere e scrivere insieme, le tue memorie, racconti, narrazioni familiari, personali e sociali?

    “Il confronto migliora la conoscenza del Sé e degli Altri.”

#esperienzanarrata
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